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La differenza tra la scienza e un'opinione |
Lun. 02 Agosto 2021 10:46 |
I vaccini sono l'unica arma per sconfiggere le grandi infezioni: negare la loro importanza è cancellare 200 anni di biologiaRitorniamo per un momento a quella piazza, a quella folla urlante, a quella stella gialla in piazza della Signoria a Firenze, a quelle grida scomposte e cariche di violenza che parlavano dei possibili effetti devastanti dei vaccini, farneticando su una eventuale dittatura sanitaria. Proviamo a tornare un po' indietro e a precisare alcuni punti fondamentali che dovrebbero, in una società civile, non essere più oggetto di discussione. Forse conviene subito chiarire che una cosa è la scienza e altra cosa è un'opinione. La scienza si basa, semplificando molto, su almeno tre passaggi obbligati: la formulazione di una ipotesi, la sperimentazione, che ci dirà se quella ipotesi è sostenibile in quanto suffragata dai dati sperimentali, e infine una condivisione collettiva del risultato. L'opinione invece è un pensiero frutto di idee del tutto personali, basate sul sentito dire, su ciò che è presente sui social, sul vagamente letto o riportato da terzi, mai comunque verificato. In altre parole l'opinione non ha validità scientifica, oggettiva, universale, non è verificabile, né falsificabile. Quindi smettiamo di paragonare modelli scientifici che hanno alla loro base secoli di studi e di esperimenti, con le opinioni degli ultimi venuti in cerca di notorietà. Orai vaccini, insieme alle migliorate condizioni igieniche e all'uso degli antibiotici, hanno consentito l'eradicazione di molte malattie infettive che, anche solo 50-70 anni fa, erano causa di una alta mortalità soprattutto infantile. Insomma i vaccini da Jenner in poi rappresentano l'unica arma su vasta scala per sconfiggere le grandi infezioni della storia. Chi nega l'importanza dei vaccini non nega soltanto l'efficacia del vaccino anti Covid-19, nega 200 anni di batteriologia, virologia, genetica, biologia molecolare, nega in blocco la scienza. Ma come può accadere ciò? Accade in quanto noi ci muoviamo nella realtà utilizzando prevalentemente un pensiero di tipo intuitivo, pre scientifico, acritico, che tende ad interpretare la realtà in modo pre-razionale. Il pensiero critico, controintuitivo proviene invece dallo studio della scienza, dall'adozione del metodo, dalla cultura. Ma ancora una cosa va chiarita, la piazza di Firenze, così come le altre piazze, non nascono dal niente. Nascono da un gruppo di "maitre à pensée" che prima in buona fede e poi per desiderio di gloria raccontano che la terra è piatta, che il Darwinismo è una balla, che i farmaci avvelenano, che i vaccini modificano il nostro dna, che in realtà ci hanno applicato un chip per controllarci ed infine che la malattia non esiste e non è mai esistita. Quindi tutto il mondo, tranne un gruppetto di ignoti personaggi, non conosce la verità. Ma non è finita si parla di dittatura sanitaria. Ora se esiste una pandemia, riconosciuta in tutto il mondo, in USA, in Cina, Giappone, India, Africa, Australia, America del Sud ed Europa, da tutte le democrazie e da tutti regimi, credo sia razionale provare a difendersi, e la difesa si fa evitando il più possibile la circolazione del virus e applicando una vaccinazione di massa. Allora credo che indossare la mascherina e vaccinarsi sia razionale, scientifico ed etico. Infatti sappiamo dal settecento che quando un soggetto entra in società acquista molti vantaggi ma ne perde altri. In altre parole dobbiamo arrivare ad un concetto collettivo di libertà, ci vacciniamo per noi stessi, ma anche per gli altri. Infine non scherziamo su alcune cose, è grave che si inneggi alla libertà paragonando la necessità di utilizzare la mascherina ed il Green Pass alla perdita della libertà avvenuta con l'avvento delle leggi razziali. Speriamo che la scienza spieghi bene, in maniera univoca, e si contrapponga non tanto alla piazza quanto ai venditori di tragiche falsità che creano le piazze.
L'autore è immunologo clinico a Firenze Lorenzo Emmi |